Sabato 28 Giugno 2014 // 00:00 // Auditorium S. Domenico
Live
Se avete voglia di scoprire qualcosa di assurdo ascoltatevi la collaborazione fra James Pants (USA) e Felix Kubin (Germania). Stando alle apparenze, i due non potrebbero essere più diversi. Pants è il musicista dei bassifondi acclamato dalla Stones Throw e il produttore che vanta fra i suoi estimatori Tyler The Creator degli Odd Future (“è bello, è bianco e fa musica da neri”). Kubin, con il caratteristico taglio a scodella e il suo ancor più caratteristico synth-pop fantascientifico, ama definirsi un dadaista. Se si guarda un po’ più’ a fondo, però, le somiglianze non mancano. Entrambi ricercatori folli e amanti dell’inconsueto, hanno trovato la chiave della loro collaborazione nella serietà - e il risultato non poteva che essere assurdo, eccentrico, bellissimo. Il primo frutto del loro lavoro è il singolo Tanzen Blitzen prodotto dalla Apokalipso di Kubin. Se ne vedranno delle belle.
FELIX KUBIN
Sembra russo ma è tedesco, di Amburgo, anche se in realtà il legame con la Russia è molto forte. Sarà perché la sua etichetta si chiama “Gagarin Records”, sarà perché ha organizzato interventi politico-artistici per il partito Dada-comunista Ked, o perché ha composto inni socialisti per bambini. Insomma, la tentazione di scrivere a fianco al suo nome Russia è stata molto forte. Un “bolscevico dell'era spaziale”, così lo definisce la nota rivista inglese The Wire, uno che vive e lavora contro la forza di gravità. La sua musica è sfacciata e immediatamente accattivante, lo vedrete divincolarsi e danzare tra tastiere e microfoni, dando vita a una sorta di pop futuristico-dadaista, in cui l'elettronica viene utilizzata come uno strumento, più che come un fine e dove la sperimentazione si fonde con l’umorismo. “L'umorismo è essenziale, è comunicazione culturale non razionale e porta con sé molto del nostro background. L'umorismo è una forma poetica di filosofia”.
JAMES PANTS
L'incontro più importante della carriera di James Singleton avviene nel 2001, quando, dopo il ballo di fine anno al liceo, se ne va in un club per ascoltare il suo dj preferito. James suona e ha anche registrato un piccolo demo che vorrebbe far ascoltare al suo mentore; si avvicina così alla consolle e, porgendo il suo lavoro, gli propone di uscire con lui a comprare qualche disco. Per Peanut Butter Wolf, patròn della Stones Throw e maniaco del collezionismo vinilico, questo è un invito a nozze. Inizia così il sodalizio tra James Pants, folle ragazzo bianco di Spokane, e la Stones Throw.
Un incontro che presto assume i connotati del classico sogno che si trasforma in realtà. In tempi brevissimi le attenzioni del proprietario di Stones Throw si spostano su Pants, che, dopo un periodo di internariato presso la stessa etichetta, viene messe sotto contratto dallo stimato ‘padrino’. Il segreto di James Pants è ormai pubblico: il suo essere poliedrico lo rende animale di razza nel circuito della musica ritmica.
Un’esplosione di colori e stili: si passa dalla mutant disco alla new wave, dal primissimo rap all’electro boogie, fino a toccare il soul moderno di marca eighties.