Schneider™

L'investigatore del suono. Chi ha detto che la musica elettronica è troppo fredda e impersonale? Dirk Dresselhaus, in arte Schneider TM, è la riprova vivente che musica e tecnologia non solo possono convivere egregiamente, ma che alla fine sono solo strumenti come altri per comunicare stati d'animo e sentimenti.

Scheneider TM infatti ha due caratteristiche sopra tutte le altre: la sensibilità tipica dei cantautori e le ambizioni di chi è interessato a esplorare nuove frontiere del suono.
Berlinese di nascita, Dresselhaus musicalmente nasce come batterista, chitarrista e cantante in gruppi tedeschi di discreto successo fin dalla sua adolescenza, nei tardi anni '80. Ben presto abbandona le indie rock band e la canzone tradizionale per forme d'espressione innovative, fortemente connesse all'utilizzo di drum machine, campionatori, vocoder e sintetizzatori. Il primo risultato concreto di questo cambiamento è l'album del debutto - "Moist" – disco completamente strumentale uscito nel 1998 per le etichetta City Slang e Mute, quest'ultima per il mercato americano.
Nel 2000 viene pubblicato "Binokular", mini album di 5 brani, tra cui spicca "The Light 3000", una cover di "There Is A Light That Never Goes Out", degli Smiths.
Ma prima di poter apprezzare un altro album completo di Schneider TM bisogna aspettare altri 3 anni, durante i quali l'artista teutonico lavora di lima e di scalpello a 8 lunghi brani - tra cui il singolo "Frogtoise" - per un totale di quasi 50 minuti di musica. Il punto nodale delle incisioni di Schneider TM in "Zoomer" - questo il titolo del lavoro finito – diventa sempre più il delicato equilibrio tra analogico e digitale , ossia tra cuore e mente, perennemente in conflitto tra loro. A fare da contraltare ad un utilizzo dell'elettronica divenuto magistrale, Schneider TM si affida molto alle voci e ai suoni di chitarra, in maniera decisamente più marcata rispetto ai precedenti lavori .
Nel 2006 esce "Škoda Mluvit" , un doppio CD dove tutto ciò che rimane del precedente disco è quella strana voce robot-melodica, mentre si distacca, per il resto, dal suono berlinese per percorrere la strada verso un suono "reale", verso una strumentazione "classica" trattata però dal punto di vista del musicista elettronico che offre uno sguardo obliquo sugli istituti dell'arpeggio, del ritornello o anche del rap.
A Foligno Dirk Dresselhaus arriverà con "KPT Michi.Gan", al secolo Michael Beckett, per un concerto dove voci, chitarre, elettronica, percussioni e video ci condurranno in un viaggio di cui "non vale la pena parlarne, andiamo oltre" come recita il titolo "Škoda Mluvit"..

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