"Platform", il secondo album di Holly Herndon, propone nuove fantasie e rispolvera il vecchio ottimismo. Holly è diventata una musa ispiratrice per la musica contemporanea, sperimentando all'interno dei limiti possibili della dance music e della composizione pop. Una galvanizzante dichiarazione, "Platform" segna la trasformazione di Herndon in una musicista elettronica dalla singolare voce. Nata in Tennessee, ma cresciuta musicalmente all'estero, Holly Herndon evade dai suoi anni formativi nella scena techno minimal berlinese per rimpatriare a San Francisco, in cui vive tutt'ora e frequenta un dottorato allo Stratford Center per la Ricerca Multimediale in Musica ed Acustica (CCRMA). Per creare "Platform" la Herndon ha ampliato la sua cerchia creativa di artisti e pensatori essenziali, per poter affrontare argomenti più vasti, come l'ineguaglianza sistemica, stati di sorveglianza e "neo-feudalesimo". Il suo album di debutto ''Movement'' è stato pubblicato nel 2012 e mostra l'attrazione di Herndon per la musica trans e le tecniche di campionamento disgiuntive con composizioni all'avanguardia. I singoli seguenti ''Chorus'' e ''Home'' danno vita al laptop, celebrando le sue capacità di immagazzinare memoria e lamentando la sua vulnerabilità in termini di sorveglianza di massa. Opponendosi al distopico potenziale di uno stato di sorveglianza e allo spettro di una monocultura, "Platform" coglie questo instabile momento per un cambiamento conscio nel confronto musicale tra dance e pop. Il tutto offrendo quello che la Herndon descrive come ''Estasi, un'azione paradisiaca''. "Platform" è una svolta, un passo verso nuovi modi di amare.
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