L'incontro più importante della carriera di James Singleton avviene nel 2001, quando, dopo il ballo di fine anno al liceo, se ne va in un club per ascoltare il suo dj preferito. James suona e ha anche registrato un piccolo demo che vorrebbe far ascoltare al suo mentore; si avvicina così alla consolle e, porgendo il suo lavoro, gli propone di uscire con lui a comprare qualche disco. Per Peanut Butter Wolf, patròn della Stones Throw e maniaco del collezionismo vinilico, questo è un invito a nozze. Inizia così il sodalizio tra James Pants, folle ragazzo bianco di Spokane, e la Stones Throw.
Un incontro che presto assume i connotati del classico sogno che si trasforma in realtà. In tempi brevissimi le attenzioni del proprietario di Stones Throw si spostano su Pants, che, dopo un periodo di internariato presso la stessa etichetta, viene messe sotto contratto dallo stimato ‘padrino’. Il segreto di James Pants è ormai pubblico: il suo essere poliedrico lo rende animale di razza nel circuito della musica ritmica.
Un’esplosione di colori e stili: si passa dalla mutant disco alla new wave, dal primissimo rap all’electro boogie, fino a toccare il soul moderno di marca eighties.
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