Esiste un filo sottile che risale la china della Storia e lega insieme l'arco da caccia, uno dei primi utensili della storia, all'orinatoio rovesciato di Duchamp, fino al pianoforte preparato di John Cage e alle console per videogiochi di oggi. Questo filo sottile è il riutilizzo di un oggetto fuori dal suo contesto, per altri scopi, estetici o funzionali. Ogni oggetto inventato dall'uomo è stato in qualche modo percosso, battuto, modificato perché, a prescindere dalla funzione per la quale era stato inventato, potesse anche suonare.
Anche i videogiochi, le console, i joystick non sono immuni a questi riutilizzi. Sulla traccia di Jonh Cage e dei suoi esperimenti sul pianoforte (il pianoforte preparato), i musicisti postmoderni mettono mano da anni (mano-mettono) ai dispositivi videoludici per farli suonare: dal Commodore 64 con lo storico sintetizzatore interno SID, al Game Boy usato come sequencer e generatore di suoni. La tradizione ormai è consolidata, l'innovazione semmai sta nella conversione a strumento musicale di ogni nuova console che si afferma sul mercato videoludico. E così nemmeno la Wii della Nintendo poteva sfuggire alla sovversione post-situazionista, che a questo giro tocca ai Micromattic: questo collettivo di artisti/performer usa infatti i joystick wireless della Nintendo Wii per dare forma a suoni elettronici e per controllare le forme visuali che vengono proiettate durante la loro performance.
I Micromattic campionano le proprie voci per creare suoni che vengono poi mandati in loop, alterati e mescolati in strutture astratte, il tutto con una base di sonorità IDM techno, profonde, monocromatiche e ipnotiche. Il suono ancestrale che partiva dal corpo (il battito della mano sul petto, o del piede sulla terra) e che ora invece parte dalle macchine, fa ritorno al corpo sotto forma di danza delle macchine che fanno muovere il corpo. Le voci che partono dal corpo dei performer, vengono metabolizzate dalle macchine e restituite ai corpi degli spettatori sotto forma di ritmo elettronico, di beat ipnotico che muove corpi che ancora rispondono a impulsi ancestrali. La musica dei Micromattic è musica dance ipertecnologizzata per corpi ipertecnologizzati, ma la presa sul corpo di chi balla è la stessa di milioni di anni fa: alla base c'è sempre lo stesso linguaggio, quello del ritmo. Se con la Wii si può far ballare il proprio avatar muovendo solo il polso, la musica di Micromattic restituisce al corpo la totalità del movimento fisico, usa una tecnologia del virtuale, la Wii, per muovere fisicamente i corpi, liberandoli dalla trappola stessa del virtuale. È così che l'uso della Wii per generare musica diventa un atto bio-politico, di riappropriazione dei nostri corpi sempre più consegnati alla tecnologia del virtuale.
Gian Pietro Stramaccia
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