Kangding Ray, Automne Fold (Raster-Noton)

È da qualche giorno che sono in compagnia dell'ultimo bellissimo album di Kanding Ray, al secolo David Lettelier, artista francese con base a Berlino, fortunatamente appena uscito da una terribile malattia.
Il suo "Automne Fold", pubblicato come il precedente "Stabil" (assolutamente da avere) per la prestigiosa scuderia Raster-Noton di Carsten Nicolai (aka Alva Noto), è un viaggio trasversale che incrocia, senza mai banalizzarli, orizzonti di lontana kraftwerkiana memoria ("Kraftwerk 1"), atmosfere riconducibili ai Massive Attack dell'ultima onda ("100th Window") o al Brian Eno più etereo, il tutto immerso in una coltre ritmica di scintillanti hihat e micro glitch, che però non risultano mai stucchevoli come in altri progetti contemporanei.
A definire il tutto ci si mettono drone distorti, ipercompressi, visionari, profondi; insomma dei dirupi magistralmente incastonati in una ragguardevole ricerca di sintesi sonora.
Un piacevolissimo lp, non del tutto strumentale, che allontanandosi dai "rigidi" (per modo di dire) canoni della Raster-Noton, non poteva che risultare eccezionale.
Una visione che, pur mirando all'orizzonte degli eventi, sembra essere saldamente ancorata all'introspezione dell'artista.


 
 

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